Il primo errore della partita, dopo una manciata di secondi, non è di Tagliavento ma del suo assistente, il guardalinee Preti, che non si accorge dell'evidente fuorigioco di Asamoah. L'azione porta al gol di Vidal. Polemiche. L'errore vero del primo tempo di Tagliavento è invece la mancata espulsione di Lichsteiner per fallo su Palacio. Polemiche a non finire. Comunque due errori pesanti, che hanno condizionato la partita nel primo tempo. Facciamo finta di dimenticare l'errata segnalazione di un fuorigioco a Giovinco, a fine primo tempo, perché chiaramente i media non la considerano. E ciò che i media non considerano non esiste, per definizione.
Dopo 45 minuti ricominciano le solite, ormai scontatissime, considerazioni sulla Juventus e la sua gloriosa storia, fatta di successi e trofei, a quanto pare conquistati in modo dubbio. Considerazioni che possono essere condensate efficacemente nelle dichiarazioni post partita del leader popolare di questo filone di pensiero, Massimo Moratti: «Dopo 17 secondi prima mi sono preoccupato che eravamo partiti male, poi quando ho visto il fuorigioco ho pensato alla solita storia». Tradotto: la Juventus sa vincere solo comprando le partite. Il gol di mano di Adriano, all'epoca giocatore interista, nel derby scudetto contro il Milan, è evidentemente passato e dimenticato dal presidente nerazzurro e dai suoi seguaci. Come è dimenticato che tra i suoi numerosi trofei l'Inter ha anche uno scudetto conquistato con questa classifica: Juventus 91, Milan 88, Inter 76. Non torna? Pazienza. Fatevelo tornare perché ciò che vince l'Inter non si discute, per definizione.
Accade poi che dopo 45 minuti, per regolamento, c'è l'intervallo. L'arbitro se lo ricorda e le squadre vanno negli spogliatoi. Dopo 15 minuti le due squadre tornano regolarmente sul campo. Anche l'arbitro fa altrettanto, torna sul campo e lo fa con le idee molto chiare. Evidentemente negli spogliatoi la terna (anzi ora gli arbitri sono addirittura cinque) ha capito di avere fatto dei pasticci e inizia il secondo tempo determinata a riequilibrare gli errori. Tagliavento incomincia la sua collezione di ammonizioni a giocatori juventini (Pirlo, Bonucci e Chiellini ammoniti ingiustamente), Cambiasso continua a godere di un credito illimitato e commette altri due falli che potevano valere tranquillamente almeno un giallo. Vidal, in un contrappasso che appare dantesco, sconta sulle sue caviglie la colpa di aver segnato un gol viziato da fuorigioco,e quando Juan Jesus lo colpisce in un tentativo di ripartenza con la palla già calciata via dal centrocampista della Juve, Tagliavento decide proprio di non fischiare. Il rigore su Milito è generoso, la trattenuta di Marchisio su Milito c'è ma Milito si lascia cadere. Fosse successo nell'altra area, statene certi, non ci sarebbe stato nessun rigore. Un atteggiamento, quello di Tagliavento, che sa tanto di compensazione dopo i due pesanti errori del primo tempo. Un atteggiamento che dimostra che non c'è niente di premeditato negli errori del primo tempo. Sono errori importanti ma nascono da cattive interpretazioni. Se dietro gli errori arbitrali ci fosse stata la mano lunga della Juventus, come molti sostengono, Tagliavento non sarebbe uscito dagli spogliatoi con l'obiettivo di compensare la situazione. Ogni dietrologia è ingiustificata e fastidiosa. È ora di finirla con certi discorsi.
Ha vinto l'Inter, meritatamente. Le analisi si fermino qui. A fine partita la Juventus ha stretto la mano ai vincitori. Perché chi ha imparato a vincere sul campo, col sudore, accetta anche la sconfitta.