martedì 6 dicembre 2011

Il ritorno della Juve fa bene al calcio italiano


Non è un caso che il calcio italiano stia rialzando la testa proprio nel momento in cui la Juventus sta finalmente ritrovando se stessa. E' inutile nascondersi che dopo la vittoria del mondiale 2006 l'intero movimento calcistico italiano ha vissuto un momento molto difficile, non tanto dal punto di vista dei risultati delle squadre di club, quanto dal punto di vista della crescita di una nuova generazione di talenti nostrani. Dopo la generazione d'oro dei Maldini, Cannavaro, Totti, Del Piero, Montella, Vieri, Inzaghi (e chi più ne ha più ne metta) l'Italia del calcio ha smesso di produrre giocatori all'altezza. Una frenata brusca, difficile da spiegare e sicuramente non riducibile a una sola causa.
Quello che si può notare però è che la grande crisi del movimento calcistico italiano è coincisa con la crisi nera della Juventus post calciopoli. E non è certo una coincidenza casuale, se pensiamo che la Juve, per tradizione e storia, è sempre stata una squadra con una forte identità italiana, e che ha sempre dato moltissimi giocatori alla nostra nazionale. Per la famiglia Agnelli la Juve era un pezzo del Paese, e un'immagine dell'Italia nel mondo da valorizzare a tutti i costi. Certo, alla Juve sono passati e hanno fatto la storia anche grandi campioni stranieri, da Sivori e Charles, a Platini, Nedved e Trezeguet. Ma ogni squadra vincente aveva sempre un'anima italiana. E così, anche oggi, la Juve ha iniziato un nuovo progetto basato sulla valorizzazione del prodotto nostrano. Il ritorno di Buffon, l'esplosione definitiva di Barzagli, il rilancio di Pirlo, la crescita esponenziale di Marchisio e Matri stanno ricaricando la Juve e il calcio italiano. D'altronde la storia della Juventus è sempre stata vicina e intrecciata a quella dell'Italia. Marotta e Agnelli hanno fatto bene a proseguire questo percorso, e anche i risultati parlano chiaro.
Adesso che quel ciclo si è chiuso possiamo dirlo: gli anni post calciopoli sono stati dominati dall'Inter. Quell'era si è chiusa il 22 maggio 2010, quando l'Inter ha alzato la Coppa dalle grandi orecchie al Bernabéu, nell'ultima partita del biennio Mourinho. In quella partita l'Inter non aveva un solo giocatore italiano in campo. Certo, era un'ottima squadra con un grandissimo allenatore. Ma non dava niente al calcio italiano. Ecco perché il ritorno della Juve è un bene per tutti.

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