mercoledì 29 giugno 2011

Federer saluta Wimbledon

Grande sorpresa a Wimbledon: eliminato Roger Federer, sei volte vincitore del torneo. In vantaggio due set a zero su Jo-Wilfried Tsonga, lo svizzero si è fatto recuperare e ha perso al quinto (3-6 6-7 6-4 6-4 6-4). E' un risultato davvero sorprendente, anche perché Federer sembrava padrone della partita e stava giocando un ottimo tennis. Non so spiegare bene questa sconfitta di Roger, sicuramente Tsonga ha giocato una partita fantastica, però non basta questo a spiegare la partita. Credo che durante il match si sia inceppato qualcosa nella testa di Roger, e la pressione incessante di Tsonga non gli ha permesso di rientrare. E' una brutta sconfitta che non mi sarei mai aspettato, credo che in pochi si sarebbero aspettati un risultato del genere.
Inizia a girare un'aria pesante intorno a Roger, non si fa altro che ripetere che il suo ciclo è finito e che il tempo è passato anche per lui. Balle. Mi sono stancato di sentire questi discorsi ogni volta che non vince un torneo. Nel quinto set, quando Federer era sotto di un break e stava lottando per recuperare la partita, i due telecronisti di Sky (Bertolucci e soprattutto Marianella), non hanno fatto altro che ripetere che Federer doveva trovare una reazione di carattere per dimostrare di essere lui il sei volte vincitore di Wimbledon. Ma che discorsi sono? Ma Federer non deve dimostrare nulla, i suoi 16 titoli del Grand Slam parlano per lui. Cosa deve dimostrare? Sappiamo bene che Federer è spesso a disagio quando è trascinato nella lotta (tennistica). E' il motivo per cui ha perso così tante partite con Nadal. Ma questo non significa che Federer deve dimostrare qualcosa. Chi ha vinto 16 slam cosa deve dimostrare ancora?
Intorno a Federer gira un'aria da fine regno, ma non sta scritto da nessuna parte che Roger ha abdicato.

martedì 28 giugno 2011

Le Williams salutano Wimbledon

Le due sorellone, che avevo pronosticato favorite alla vittoria finale del torneo, salutano oggi Wimbledon, eliminate agli ottavi: Serena per mano della Bartoli e Venus per mano della Pironkova. Come avevo scritto nel post dei pronostici della vigilia (post), sapevo bene che per loro non sarebbe stato un torneo facile, perché avrebbero dovuto trovare la condizione strada facendo.
Purtroppo Serena oggi ha sbagliato molto (20 errori gratuiti) e dall'altra parte della rete ha trovato un'avversaria in giornata particolarmente positiva, la Bartoli. Nonostante tutto la partita è stata viva fino all'ultimo punto e Serena ha lasciato vedere ancora una volta che razza di campionessa sia, annullando 5 match point, alcuni in maniera davvero strepitosa. Serenona tornava da un bruttissimo anno, pieno di problemici fisici, tra cui un'embolia polmonare lo scorso marzo che ci ha fatto davvero preoccupare, per cui ha fatto anche troppo ad arrivare agli ottavi. Mi resta un po' di amaro in bocca perché resto convinto che aveva ottime chance di vittoria, è stata anche sfortunata nel sorteggio.
Discorso analogo per Venus, anche lei aveva appena recuperato da un lungo infortunio e non era al meglio. Oggi non è proprio entrata in partita, peccato.
Dunque ho sbagliato i pronostici nel femminile, ma resta in corsa il mio candidato maschile alla vittoria, Roger Federer. Riuscirà il Maestro svizzero a vincere Wimbledon per la settima volta?

sabato 25 giugno 2011

Wimbledon senza Gianni e Rino

Sky quest'anno dedica 6 canali a Wimbledon, offre l'alta definizione per tutti i campi, offre la finale maschile in 3D, introduce la Diretta Wimbledon che fa vedere praticamente ogni punto del torneo, passando come un rullo da un campo all'altro. Ah mi scordavo, offre l'interattività.
Ma manca qualcosa. Mancano Gianni Clerici e Rino Tommasi, la coppia di telecronisti più famosa della storia del tennis italiano. Le loro telecronache erano veri capolavori, opere d'arte. Il loro umorismo surreale, le loro perfette analisi tecniche, la loro enciclopedica conoscenza del tennis e della storia del tennis le hanno rese uniche e inimitabili. Non ci si annoiava mai con Gianni e Rino al commento, perché se la partita era di quelle che offrono poche emozioni, loro scendevano in campo (metaforicamente ovviamente) e diventavano i veri protagonisti; se la partita invece era emozionante ci si divertiva ancora di più perché la loro capacità di analisi tecnica era indiscutibile e ti facevano capire ancora meglio ciò che stavi vedendo. Indimenticabile la sigla che cantavano ogni volta prima di aprire le telecronache. Indimenticabili le loro tipiche espressioni: Tommasi diceva sempre circoletto rosso! per evidenziare un punto spettacolare o un grande gesto tecnico e Clerici coniò il termine erba battuta per sottolineare che l'erba di Wimbledon stava diventando lenta come la terra battuta. Tommasi poi era solito chiamare Clerici Dottor Divago, per la sua nota tendenza (e passione) per la divagazione, e questo dice tutto sulla complicità che si era creata tra i due.
Quest'anno però Gianni e Rino non ci terranno compagnia con le loro telecronache. Sky li ha silurati. Difficile capire il perché. Forse li consideravano troppo vecchi per commentare una partita in 3D. La verità è che Gianni e Rino sono sempre i migliori telecronisti del tennis in Italia e Sky dovrebbe puntare un po' meno sulla tecnologia - di 6 canali dedicati a Wimbledon non me ne faccio niente, per non parlare della Diretta Wimbledon: che senso ha vedere un punto di una partita e un secondo dopo il punto di un'altra partita? - e un po' di più sulle risorse umane. Pensate che per risparmiare Sky Sport ha deciso di far commentare il torneo direttamente dagli studi di Milano, senza mandare nessun inviato a Londra...

martedì 21 giugno 2011

Come on Serena!

Guido Meda, telecronista delle gare del motomondiale, ha decisamente rivoluzionato, con il suo gergo colorito e le sue espressioni divertenti, il modo di raccontare una gara di moto. Tra le sue espressioni ce n'è una che mi piace tantissimo e sicuramente la conoscete tutti. L'espressione è "Tutti in piedi sul divano!". Meda la usa spesso verso la fine della gara quando c'è un duello particolarmente aspro. Mi piace perché penso che lo sport deve essere vissuto proprio così, deve portare coinvolgimento e tifo appassionato. Anche se si è a casa davanti a un televisore ci si può entusiasmare per un evento sportivo, tanto da ritrovarsi in piedi sul divano.
Scrivo questo perché oggi c'è stata un atleta che mi ha fatto saltare sul divano, letteralmente dico! E' Serena Williams, da sempre la mia tennista preferita. Serena tornava oggi a giocare Wimbledon dopo un anno molto difficile, pieno di infortuni e problemi di salute. Nel luglio 2010, poco dopo la vittoria a Wimbledon, Serena era in un ristorante di Monaco e camminò malamente su un pezzo di vetro. Gli esami rivelarono una lesione all'alluce e decise di operarsi. Poi all'inzio del 2011 una nuova operazione, sempre all'alluce che non guariva bene. Infine quando tutto sembrava risolversi il problema più grave, un'embolia polmonare e l'operazione d'urgenza a Los Angeles. Un anno difficile insomma. Oggi dunque è stato il giorno del grande ritorno. In verità Serena aveva già giocato due partite a Eastoburne la scorsa settimana. Ma tornare a Wimbledon è un'altra cosa. Serenona è tornata e ha vinto il primo turno contro un'avversaria comunque ostica, la francese Rezai. 6-3, 3-6, 6-1 il punteggio.
Emozionante il finale, con la Williams che non trattiene le lacrime di fronte al caloroso applauso che le riserva tutto il Centrale di Wimbledon. E' un pianto liberatorio, che chiude il suo annus horribilis. Serena è tornata!
E allora...tutti in piedi sul divano!!

Questo il video dell'intervista a Serena subito dopo la fine del match.

lunedì 20 giugno 2011

Ancora Montepaschi Siena. E sono cinque!

Bellissima partita, davvero lottata fino all'ultimo secondo!
Grandissima Montepaschi Siena, quinto scudetto consecutivo per loro e sesto della loro storia!
Ma che cuore Cantù!! Hanno perso la serie 4-1 ma hanno giocato ogni partita dando tutto quello che avevano, senza mai scoraggiarsi di fronte alla evidente superiorità della Montepaschi e lottando su ogni palla. Mi piacciono le squadre che non mollano mai, e Cantù è esattamente questo tipo di squadra. Siena era semplicemente la squadra più forte e lo ha dimostrato per l'ennesima volta. Vincere il quinto scudetto consecutivo è una cosa davvero grande. Complimenti.
Voglio riportarvi alcune delle parole pronunciate a fine partita da Andrea Trinchieri, allenatore della Bennet Cantù: "Abbiamo fatto una grandissima stagione. Complimenti a Siena: razionalmente, ha vinto la squadra più forte". Quando si dice avere classe.

Questo il video degli ultimi concitati secondi prima del successo finale della Montepaschi.

venerdì 17 giugno 2011

Wimbledon! Pronostici alla vigilia

Lunedì inizia Wimbledon ragazzi! Il torneo di tennis più prestigioso e ricco di storia, dove la tradizione è sacra e la cultura tennistica è ai massimi livelli. Allora voglio mettermi alla prova e voglio fare ora i miei pronostici, a tre giorni dall'inizio del torneo.


Tra le donne non ho una favorita, ne ho due. Sono le due sorelle più famose della storia del tennis: le Williams. Serena e Venus vengono da un lungo periodo di inattività e hanno fatto il loro rientro soltanto la scorsa settimana nel torneo sull'erba di Eastbourne, in Gran Bretagna. Venus non giocava dallo scorso gennaio a causa di un infortunio agli addominali rimediato durante gli Australian Open, mentre Serenona non giocava addirittura dallo scorso 3 luglio 2010, quando vinse proprio il torneo di Wimbledon battendo in finale la russa Zvonareva. Come vi ho detto le due sorellone sono tornate proprio la scorsa settimana a Eastbourne. Serena è uscita al secondo turno per mano della Zvonareva, mentre Venus è stata eliminata al terzo turno dalla Hantuchova. Allora forse vi chiederete perché le Williams in queste condizioni sono le mie favorite. In effetti può sembrare strana la mia scelta, ma ne sono convinto. Per tre motivi. Primo: non è importante il fatto che le Williams non arrivino al top a questo appuntamento perché hanno la capacità di trovare la condizione durante il torneo, lo hanno già dimostrato in passato. Ogni partita che giocheranno miglioreranno la loro condizione, penso che alla fine del torneo potremmo vedere lampi di grande tennis da parte loro. Secondo: dopo tanti mesi di inattività sono sicuro che hanno ritrovato la giusta motivazione e determinazione. Sono convinto che il loro obiettivo è quello di dimostrare che sono ancora le due giocatrici più forti al mondo, perché in effetti lo sono. Terzo: l'ho già scritto in un precedente post, il tennis femminile in questo momento vive un momento di profonda crisi. Non c'è un ricambio generazionale e non ci sono nuove grandi campionesse, come lo è stata la Henin prima di ritirarsi, in grado di dominare la stagione e contrastare il superpotere delle due sorellone. No, non ci sono. Dopo tanti anni le Williams sono sempre le più forti. Se giocano al loro livello oggi nessuno le può fermare.
Tra gli uomini il discorso sul favorito è molto più incerto perché ci sono quattro giocatori che potrebbero tutti vincere il torneo. Sono i soliti quattro: Nadal, Djokovic, Federer e Murray. Nadal deve confermare il titolo dell'anno scorso, Djokovic in questo 2011 ha perso una sola partita, Federer è Federer, e lo scozzese gioca in casa e avrà tutto il pubblico dalla sua. Per farla breve io dico che vincerà Roger. Il suo servizio su questa superficie fa davvero la differenza, per non parlare della qualità dei suoi colpi a rete e della sua capacità di variare il gioco. Sarebbe il suo settimo successo a Wimbledon, mica male vero?

Riassumendo: i miei favoriti per la vittoria sono le Williams tra le donne e Federer tra gli uomini. Vedremo tra poco più di due settimane se ci avrò azzeccato.

lunedì 13 giugno 2011

I grandi ritorni nello sport

Uno degli aspetti dello sport che mi esalta e mi affascina di più è quello dei grandi ritorni. Nella storia di ogni sport c'è stato almeno un grande campione che, dopo avere annunciato il ritiro, non ha resistito al richiamo e ha deciso di rimettersi in gioco. George Foreman e Muhammad Ali nella boxe, Alain Prost e Michael Schumacher nella F1, Michael Jordan nel basket, Bjorn Borg e Mats Wilander nel tennis maschile, Martina Navratilova e Martina Hingis nel tennis femminile, Lance Armstrong nel ciclismo, Ian Thorpe nel nuoto. Questi sono solo alcuni dei grandi campioni che hanno deciso di tornare dopo essersi ritirati.
E' una scelta coraggiosa quella di tornare, perché è molto difficile, quasi proibitivo riconfermarsi su altissimi livelli dopo che si è smesso anche solo per un breve periodo di tempo; proprio per questo motivo molte persone non riescono a capire la scelta stessa del ritorno e la criticano. Basta vedere cosa sta succedendo oggi con Michael Schumacher, che dopo aver smesso nel 2006 con la Ferrari, ha deciso di tornare l'anno scorso con la Mercedes. Schumi finora non è riuscito a confermarsi sui livelli ai quali eravamo abituati e come era logico aspettarsi la stampa, anche quella tedesca, è molto critica con lui. Gli viene contestata in modo particolare proprio la scelta del ritorno.
Personalmente ritengo che queste critiche siano ingenerose e che non portino a nulla. E' molto facile criticare un campione che torna e che non ottiene i risultati sperati, troppo facile. Io ragiono in un altro modo, penso che dietro a un campione c'è un uomo. Un uomo con una grande passione per il suo sport, un uomo che si rimette in gioco, nonostante sia ben consapevole che i rischi sono altissimi e la possibilità di fallire c'è e non è bassa. Michael Schumacher è tornato seguendo il suo cuore, e lo stesso si può dire per quasi tutti i grandi ritorni. Dietro al ritorno di un campione non c'è quasi mai una motivazione economica, è quasi sempre una questione di motivazione mentale, di voglia di dimostrare ancora di essere il più forte, nonostante il tempo e nonostante tutto. Per questo ho un grande rispetto per la scelta del ritorno, perché è una scelta piena di rischi e piena di incognite. Chi si rimette in gioco e ci mette la faccia merita rispetto, comunque vada.

domenica 5 giugno 2011

Un gioco di centimetri

6-4 7-6. Finisce così l'avventura di Francesca Schiavone al Roland Garros 2011. Francesca ha disputato un altro grande torneo e bisogna assolutamente farle i complimenti. Arrivare da campionessa uscente del torneo e riuscire a raggiungere di nuovo la finale è una cosa che può riuscire solo a chi ha grandi capacità tecniche e fisiche, ma soprattutto mentali. Stavolta Francesca arrivava al Roland Garros col peso di difendere il titolo e ha sfiorato di nuovo l'impresa. In una fase in cui il tennis femminile è senza padroni (mancano le Williams e non sembra al momento esserci un ricambio generazionale), la Schiavone ha saputo trovare la sua migliore espressione di tennis. Tanto di cappello.

Ma andiamo ad analizzare il match, la finale contro la cinese Li Na.

Questo il momento forse decisivo del match

Siamo nel secondo set, Francesca ha perso il primo ed è in vantaggio nel secondo 6-5, 40-40 con la cinese al servizio. Punto importantissimo. La cinese spedisce un rovescio incrociato nel corridoio, ma il giudice di sedia (la signora Louise Engzell) vede la palla in campo e dà il punto a Li Na. Sarebbe stato set point per la Schiavone, invece diventa palla game per la cinese, che realizza il punto successivo. Si va quindi al tie-break, che è davvero senza storia: 7 punti a 0 per la cinese che conquista il torneo.
Non mi piace l'abitudine tutta italiana di aggrapparsi agli episodi e non voglio farlo. Però quella chiamata sbagliata, in quel momento della partita, su quel punteggio, è pesata. Eccome se è pesata. E' pesata non solo per il punto in sé, ma anche perché è stata una botta alla quale Francesca non ha saputo reagire di testa. Dopo quella chiamata la Schiavone non ha fatto più un solo punto. C'è stato un parziale di 8 punti a 0 che ha decretato Li Na la prima cinese a vincere un torneo del Grand Slam. Per correttezza devo dire che la cinese è stata impressionante, soprattutto nell'approccio alla sua prima finale dello Slam. Nessuna esitazione, grande freddezza e grande tennis. Peccato solo per quel punto che non era suo. Il tennis, lo sport, la vita, come disse Al Pacino in Ogni maledetta domenica, sono un gioco di centimetri.

sabato 4 giugno 2011

Primo post!

Ciao a tutti ragazzi! Questo è il primo blog che apro e questo è il primo post che pubblico. Sono molto contento di scriverlo.
Allora, inizio subito col dire che in questo blog parlerò soprattutto di sport, la mia grande passione. Ma non solo, parlerò anche di altre cose. Mi piace seguire l'attualità, vivere nel presente e informarmi su quello che succede; quindi, se ci saranno cose al di là dello sport che mi colpiscono e che mi fanno pensare, le condividerò con voi.

In questo mio primo post vorrei spiegare perché ho deciso di chiamare il mio blog aspettandogodot10. Aspettando Godot è una famosa opera teatrale di Samuel Beckett, scrittore e drammaturgo irlandese, scritta alla fine degli anni Quaranta e rappresentata per la prima volta a Parigi nel 1953. Il personaggio chiave dell'opera è proprio un certo signor Godot, che si fa attendere per tutta l'opera e che alla fine non entra mai in scena. Il dramma è tutto giocato sull'attesa, un'attesa continua e senza fine, un'attesa che si esaurisce in se stessa. Il tanto atteso Godot non arriverà mai.
Ecco, voi vi chiederete cosa c'entra tutto questo con il blog. C'entra per tanti motivi. Mi sono sempre piaciute le storie, quelle belle, cariche di significato, quelle che vorresti vivere e verso le quali si prova tanta ammirazione. Queste storie spesso si trovano anche nello sport, e sono storie bellissime. Ve ne racconto una.

Un giorno, era il 24 agosto del 2000, Gianni Agnelli, allora presidente della Juventus, di fronte alla solita schiera di giornalisti in attesa di catturare qualche sua parola, si divertì a creare un nuovo soprannome per un suo giocatore. L'Avvocato aveva l'abitudine di caratterizzare i propri giocatori con dei nomignoli o delle espressioni molto particolari, che diventavano poi dei veri e propri marchi di fabbrica impressi per sempre su quel giocatore . Di Zibì Boniek disse che era il bello di notte, di Aldo Serena disse che era bravo dalla cintola in su, di Michel Platini disse lo abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras, definì Roberto Baggio coniglio bagnato. Ma quel giorno l'Avvocato trovò un soprannome diverso. Disse: "Se dovessi dare un soprannome adesso a Del Piero lo chiamerei Godot, e voi sapete bene il perché". Il perché in effetti era molto chiaro. Dopo il 1998, dopo quel terribile infortunio al ginocchio sinistro dell'8 novembre 1998, Del Piero faticò non poco a ritrovare il vecchio smalto. Il punto più basso lo toccò agli europei del 2000, nella finale contro la Francia, dove sbagliò due gol davanti a Barthez e fu additato da tutti come il principale responsabile della sconfitta azzurra. Pinturicchio, come lo aveva definito lo stesso Gianni Agnelli qualche anno prima per le sue prodezze, adesso era diventato Godot, quello che si fa attendere e che non entra mai in scena, o per lo meno non entra mai in scena da protagonista. Raccontata così la storia non ha niente di speciale, anzi. Ma se portiamo avanti il tempo di dieci anni (quasi undici ormai) rispetto a quel 24 agosto 2000, allora la storia diventa bellissima. E' la storia di un ragazzo che nel momento più basso ritrova se stesso e si rilancia, si rilancia da grandissimo campione, nonostante tutte le critiche e tutti gli attacchi. Dopo tanti anni Del Piero è sempre alla Juventus, capitano, leader, bandiera, detentore di tutti i record pricipali di una delle società di calcio più prestigiose al mondo.
E' una bella storia, una storia di sport e una storia di vita. E' la storia di Godot.